Che sono calabrese lo sapete.
Che sono uno che non si fa problemi se nel piatto ci sono duemila calorie a centimetro quadro, pure.
Unite le due cose e non credo ch'io vi debba spiegare questa ricetta. Ho provato a mettere assieme un po' di ricette base, che in realtà già esistono da tempo qui sul blog, per provare a vedere cosa ne sarebbe venuto fuori: un fondo di cipolla rossa di tropea cotta per ore a temperature bassissime, l'aggiunta dei pomodori della conserva più la nduja. Fileja ad assecondare il tutto.
Ah si, la questione digestiva: dimenticatela, e fate finta di avere schiere di opliti al posto dei villi intestinali, pronti a pugnare in vostra difesa. A loro, aggiungeteci falangi romane in formazione a testuggine e parate di carri da guerra egizi. Forse, dovrebbero bastare.
In caso contrario ascoltate il mio consiglio, che di quelle belligeranti genti ho fatto tesoro sui libri di storia: preparate il divano, rivestitelo di coperte soffici ed ornatelo di cuscini rigonfi. Mangiatevi questi fileja col sugo di cipolla e nduja e abbandonatevi a decombere su quel giaciglio amorevolmente allestito.
Ché, più della guerra, è la pace dei sensi ciò a cui dovremmo ambire.
Il Piatto
Difficoltà: bassa
Preparazione: 5 ore
Cottura: in pentola, sul fuoco
Dosi: per 4 persone
Costo: molto basso
Ingredienti
- 400gr di fileja
- 4 cipolle rosse di Tropea di medie dimensioni
- 400ml di salsa di pomodoro
- Mezzo bicchiere di vino rosso
- Olio E.V.O. q.b.
- Sale q.b.
- Nduja, q.b.
- Pecorino stagionato q.b.
Realizzazione
Iniziamo levando la buccia esterna e affttando a rondelle sottili le cipolle.
Versiamo un fondo di olio evo nel nostro tegame, preferibilmente di coccio, e mettiamoci dentro le cipolle.
Poniamo il tegame sul fuoco e facciamo andare a fiamma bassa per una decina di minuti: non appena prenderanno a soffriggere, regoliamo di sale e sfumiamo con il vino rosso. Facciamo evaporare, copriamo con il coperchio e facciamo cuocere a fiamma bassissima per un paio d'ore almeno.
Dunque.
Io cuocio in pentola a lenta cottura i sughi come questi; la trovo efficace perché comunque è in ceramica ed ha una cottura del tutto similare al coccio, e poi, distribuendo in modo uniforme il calore e fissando la temperatura di esercizio, non rischia di bruciarmi o farmi attaccare i sughi.
Se cuocete su gas tradizionale, abbiate l'accortezza di aggiungere un filo d'acqua e di mescolare di tanto in tanto per evitare che il fondo di cipolle possa attaccarsi o, peggio, bruciare.
Trascorse le due ore, andrete ad aggingere la salsa di pomodoro. Regolate di sale, date una bella mescolata e fate cuocere per altre due ore almeno a fiamma sempre molto bassa.
Visto che grande difficoltà?!
Avete finito.
Non vi resta che inserire la nduja al vostro sugo di cipolle, giusto negli ultimi dieci minuti di cottura: non fatela stracuocere, insomma, perché perderebbe molto del suo sapore caratteristico.
Quando sarà ora di pranzare, calate i Fileja in abbondante acqua salata e scolateli al dente.
Sapete che io sono uno che manteca parecchio le sue paste.
Ecco: i Fileja non si mantecano. Si 'arrimìnanu' , si 'amminèstranu' nella casseruola. Ed è quello che dovrete fare voi: versateli nella casseruola col sugo di cipolla e rimestateli per bene ggiungendo qualche presa di pecorino stagionato grattugiato.
Servite caldo e...buon appetito!!!
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