Ho avuto molti dubbi su come chiamare questa focaccia.
Focaccia rustica, tra le varie opzioni.
Ma alla fine ho optato per una descrizione pari pari degli ingredienti che ho usato prima di infornarla.
Perché?!
Perche è una comunicazione diretta, fatta di parole che non sottendono altro, che dicono esattamente quel che è, senza filtri e in modo schietto.
E quindi?! La novità?!
Credo sia importante ritornare ad una comunicazione e ad un 'dire' che sia più diretto, vero, chiaro, trasparente
Provo a spiegarmi.
Nelle passate settimane mi sono più volte soffermato su una riflessione, figlia diretta della canicola estiva che ci ha attanagliati per mesi e che, certamente, è un presagio realistico di quello che ci aspetta per gli anni a venire.
Si è fatto, quindi, un gran parlare di temi etici legati all'ambiente: un ambiente che, finalmente ce ne siamo resi conto, sta mutando troppo velocemente e in direzioni non certo rassicuranti.
Molti di noi si stanno abituando a fare la doccia 'a risparmio di acqua': nel mio piccolo, già venti anni fa, spiegavo ai miei alunni di quanta acqua si sprecasse lasciandola scorrere mentre ci si lavava i denti.
Ma vi siete mai chiesti che ruolo svolga in tutto ciò la comunicazione?!
Pensate un attimo a tutti quelle genialate di ultima generazione che, in cucina, vengono raccontate come fossero panacee utili a farvi 'risparmiare tempo', a rendervi la vita più comoda...
Vi siete mai chiesti quali processi energivori stiano dietro ad una minestra insaccata e precotta, o a un dischetto di cane panato pronto da infornare?! Vi siete chiesti quanta plastica serva, inoltre, per il confezionamento?! Li comprereste ancora se vi raccontassero l'impatto reale che hanno sull'ambiente!?
Questi prodotti non sono risorse salva tempo: sono una condanna per l'ambiente. Intendiamoci bene: io non sono tra quelli che 'si stava meglio quando si stava peggio' ma, che diamine, per salvarvi 10 minuti di tempo in cucina non potete condannare centinaia di metri quadri d'ambiente!
Ecco perché é importante invertire la tendenza anche sulla parola, sulla comunicazione.
Impariamo a capire il non detto, interroghiamoci, iniziamo a ri-costruire un linguaggio comunicativo che sia reale, vero, diretto.
Pippone finito.
Ma credo, ahivoi, che ve ne toccheranno altri.
Il Piatto
Difficoltà: bassa
Preparazione: 18-24h (per prefermento e impasto) 20minuti (per la cottura)
Cottura: In forno
Dosi: 4 persone (per una teglia 30x40)
Costo: molto basso
Ingredienti
Per il prefermento
- 500gr di Farina forte (W350-380)
- 100gr di Farina Tipo1 (W280)
- 270gr di acqua
- 2,5gr di lievito di birra
Per l'impasto
- Tutto il prefermento
- 180gr di acqua
- 1gr di lievito di birra
- 25gr di olio
- un cucchiaio di zucchero
- Sale q.b.
Inoltre
- Un paio di patate
- Una cipolla rossa di Tropea
- Nduja q.b.
- Rosmarino
- Aceto di vino bianco q.b.
- Olio q.b.
Realizzazione
Prefermento
Partiamo il pomeriggio prima.
Versate in una ciotola capiente l'acqua prevista. Scioglieteci il lievito di birra. Versate a pioggia le farine dopo averle setacciate e mescolate assieme ed iniziate a girare con un cucchiaio di legno o con le mani.
Una volta inserita tutta la farina, fate in modo che si idrati in modo uniforme. Coprite, quindi, con della pellicola trasparente (o con tappo ermetico se la ciotola ne è provvista) e mettete in frigo sino al giorno dopo.
Le patate
Sempre il giorno prima, pensate alle patate.
Sbucciatele e tagliate sottilissime: meglio se con una mandolina.
Sciacquatele sotto acqua corrente per far perdere gli amidi e poi mettetele a mollo in una ciotola che riporrete in frigo sino al giorno dopo.
E' necessario.
Le patate, così trattate, si incurveranno a cucchiaio e, una volta disposte sulla focaccia, lasceranno passare il calore che raggiungerà anche la superficie della focaccia, dorandola!
Impasto
Il giorno dopo, a fine mattinata o nel primo pomeriggio, tirate fuori il prefermento dal frigo e impastate secondo vostra abitudine, anche a mano (io, spirale o planetaria).
Sbriciolate il grammo di lievito di birra.
Aggiungete l'acqua prevsita inserendola a filo per reidratare bene il prefermento e portate ad incordatura.
Sciogliete il sale nella restante acqua ed inseritela nell'impasto facendola assorbire poco per volta, sino a finirla, senza perdere la corda.
Ad impasto ben incordato, aggiungete l'olio evo a filo e poco per volta, senza mai perdere incordatura.
Fate riposare l'impasto su una spianatoia per circa 20minuti, per poi chiuderlo e trasferirlo in una ciotola oleata. Copritelo e attendete che raggiunga il quasi raddoppo.
Cipolle e 'Nduja
Nel frattempo preparate la cipolla e la nduja.
Affettate la cipolla sottilissima e mettetela in una ciotola con una soluzione di acqua e aceto di vino bianco (80% di acqua, 20% di aceto). Lasciatele a mollo sino al momento della cottura.
Per la 'nduja, fate così: scaldate qualche cucchiaio di acqua e andate a asciogliela dentro. Per le quantità regolatevi affinchè venga una salsa abbastanza liquida.
Messa in teglia e cottura
Al raddoppio dell'impasto, rovesciatelo su un piano di lavoro oleato e stendetelo usando i polpastrelli: raggiunte le dimensioni della teglia spostalo dentro dopo averla unta e, di tanto in tano tiratelo con le dita per rivestirne tutta la superficie.
Copritelo con un panno e aspettate che lieviti sino a quando non avrà formato delle bolle in superficie.
Cospargete di olio evo la superficie e, quindi, affondate le dita nell'impasto per formare i classici 'buchi' dela focaccia.
Disponete sulla superficie le patate e le cipolle, che avrete scolato e tamponato con una canovaccio per asciugarle, gocce di salsa di 'nduja e qualche ago di rosmarino.
Infornate in forno preriscaldato a 220°C per circa 7 minuti (questo tempo dipenderà molto dal forno!!!) per poi ultimare la cottura (altre 7-9 minuti circa) portando il forno a 180°C in modalità statica.
Sfornate, fate intiepidire e poi...buon appetito!!!
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