Questo piatto, è un omaggio a mille cose. Difficilmente riuscirei a descriverle tutte senza sconfinare nel poema epico cavalleresco da tremila pagine.
Quindi, semplicemente, vi dirò le cose essenziali così voi state anche più tranquilli e ve la cavate con poche righe.
Intanto la pasta, la stroncatura: ve ne ho già parlato in un altro post qui sul blog e qui vi aggiungo solo che a me basta cuocerla per ritrovarmi in Calabria in mezzo all'odore inconfondibile dei campi, proprio di quella terra.
E poi i condimenti. Ovviamente, e i più attenti lo sanno, non è che abbia inventato l'acqua calda o abbia scoperto chissà cosa: spada e melanzane sono un abbinamento oramai consolidato. Ma io mi sono fatto trasportare più in là, sull'onda della sperimentazione, da un liquore: Zagaro. Racchiude in sé tutti gli aromi della Sicilia e mi sono chiesto cosa avrebbe potuto offrirmi in cottura, con un condimento tipicamente siciliano.
Un primo piatto sapido, intenso, fluttuante tra gli odori di due regioni, che sento entrambe mie: una spinta acida e terricola, quella della stroncatura, e la frenata dolce e aromatica del liquore.
E' come fare una lunga e avvolgente passeggiata all'aria aperta che parte dagli altopiani calabresi e scende giù, chilometro dopo chilometro, sino ai lavici limoneti siciliani: altro che le camminate di chi si ostina a fare, ancora, del triste jogging!!!
Il piatto
Difficoltà: bassa
Preparazione: 1 ora
Cottura: in pentola, in padella e in tegame, sul fuoco
Dosi: 4 persone
Costo: medio
Ingredienti
- 320gr di struncatura
- 300gr di pesce spada
- 1 melanzana media
- Mezzo bicchierino di Zagaro
- Una manciata di pinoli
- Qualche pomodorino ciliegino
- Olio di semi di arachidi (per la frittura)
- olio evo q.b.
- Uno spicchio d'aglio
- sale q.b.
- prezzemolo q.b.
- peperoncino q.b.
Realizzazione
Iniziamo dalla melanzana. Lavatela per bene e tagliatela a dadini abbastanza piccoli: metteteli per circa 15 minuti in immersione in acqua e sale.
Trascorso il tempo necessario, strizzate per bene i dadini di melanzana e friggeteli in olio di arachidi, profonodo a 180°C sino a farli dorare. Man mano che saranno pronti, disponeteli su della carta assorbente per fargli perdere l'olio in eccesso e metteteli da parte
Passate, dunque, al pesce spada. Pulitelo dalla pelle e dall'osso centrale e tagliate anch'esso a dadini.
Versate un fondo d'olio evo in un tegame e fatevi rosolare per bene mezzo spicchio d'aglio. Una volta finito, levatelo per non confonderlo poi con il pesce dimenticandolo, e aggiungete lo spada. Fiamma alta e fatelo scottare per bene. Regolate di sale e aggiungete il mezzo bicchiere di Zagaro.
Questa ricetta, su Prendiamoci del Tempo, è stata realizzata in collaborazione con Russo Siciliano - Distillerie dell'Etna e la mia amica Anna Maria, visionaria imprenditrice.
Fate evaporare e potrete spegnere e mettere anche il pesce spada da parte.
E' già il momento di buttare la pasta: della stroncatura, vi ho già raccontato in un altro post e qui vi aggiungo solo che le sue note quasi acidule si sposano alla perfezione con i sentori aromatici e rotondi di Zagaro e con il dolce del pesce spada e delle melanzane fritte!!!
Nel frattempo, nel tegame dove andrete a mantecare la pasta, versate un filo d'olio evo e il rimanente spicchio d'aglio. Fatelo imbiondire per bene e aggiungete i pinoli e i pomodorini tagliati a metà. Mi raccomando in questa fase alla velocità di cottura: i pomodorini non dovranno disfarsi, quindi usate una fiamma sostenuta e teneteli poco sul fuoco.
A questo punto aggiungete sia le melanzane che il pesce spada all'intingolo.
Scolate la pasta bene al dente e andate a mantecarla in padella con qualche cucchiaio d'acqua di cottura.
Finite con una spolverata di prezzemolo, qualche rondella di peperoncino fresco e.... buon appetito!!!
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